Inizio quaresima febbraio 2012

  

ADORAZIONE

Malanghero, febbraio 2012: inizio quaresima

 

 

         “Non commettere ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il tuo prossimo con giustizia.

Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo.

Io sono il Signore.

Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato in più.

Non ti vendicherai e non serberai rancore”.

(Levitico 19, 15-18a)

 

         “Amerai il tuo prossimo come te stesso”: il segreto della santità è l’amore, l’amore verso Dio che si manifesta nell’ascolto e quindi nell’osservanza della sua Parola e si realizza mediante l’amore del prossimo, del fratello, magari addirittura straniero.

In questo è riassunta tutta la Sacra Scrittura.

 

         “Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete.

Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto.

Io sono il Signore, vostro Dio”.

(Levitico 19, 33-34)

 

         Anche Gesù ha voluto essere “straniero”, in Egitto, infatti da piccolo, lo era.

         Questo brano senza dubbio ci invita all’accoglienza del fratello extracomunitario (sovrana potenza della attualità anche politica della Parola di Dio…!), ma potrebbe essere pure molto utile e fruttuoso per la nostra meditazione e preghiera, chiederci quale sia la nostra parte di “extracomunitarietà”… quanto mi conosco infatti? Quanto mi lascio conoscere?

Potremmo di conseguenza pure chiederci: quanto mi amo? E quanto mi lascio amare?

Quante parti di me sono “straniere”, sconosciute e quindi temute persino o di me stesso?

 

         “Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono il Signore, vostro Dio.

Osservate la mia parola e mettetela in pratica.

Io sono il Signore che vi santifica”.

(Levitico 20, 7-8)

 

         Come si fa a farsi santi?...

         …lasciandoci fare santi da lui, dal Signore…!

 

         “Io il Signore, vostro Dio, vi ho separato dagli altri popoli.

(…) Sarete santi per me, poiché io, il Signore, sono santo e vi ho separato dagli altri popoli, perché siate miei”.

(Levitico 20, 24. 26)

 

         Nel cammino di fede ci siamo forse a volte sentiti “separati”, in qualche modo diversi, magari addirittura nella nostra stessa famiglia per il fatto di tentare di vivere la fede.

         Questo poi diventa spesso evidente in campo culturale, a volte professionale, affettivo, senza che questo significhi necessariamente contrapposizione, intendiamoci.

         “Siamo del Signore”, torna a ripeterci san Paolo, apparteniamo affettivamente ed effettivamente a Lui e di conseguenza un certo essere “separati” è quasi come un sigillo, un pegno che dichiara un amore.

         Questo a volte può pure diventare fatica, tuttavia resta la potenza delicata di un amore che trascende sanandola, la nostra debolezza creaturale.

 

Dalle preghiere del beato Padre Luigi

 

- O Gesù, ho bisogno di parlarti... Ho tante cose da dirti... Io stupido... A Te, Verbo Incarnato.

Dopo sarò contento e tranquillo anche se Tu sai già cosa devo dirti.

Non parlarmi all’orecchio della ragione; parla al mio cuore...

 

- Signore, non avere compassione di me, lasciami strillare.., non mi togliere la fatica finché non mi vedi purificato e maturato come mi desideri.

L’unica compassione è che non me ne usi nessuna, non lasciare che mi illuda di essere santo, ma fammi santo davvero.

 

- O Gesù, son così ferito… eppure voglio seguirti, non tanto per il paradiso, quanto per Te, voglio servirti con tutto il cuore, anche quando mi sembra che non ti curi di me.

O Gesù, costi quel che costi, non mi costerà mai tanto quanto io sono costato a Te! Ah, ci vuol una gran bella voglia a desiderarmi così tanto, ad inseguirmi, attirandomi a Te per tanti anni...

Quanto mi hai atteso prima che io finissi per arrendermi al tuo amore.

Tu solo mi basti e Te solo voglio...

 

PER  MEDITARE

 

“Il peccato contiene in se stesso il proprio superamento”. Rashi di Troyes

 

“Il buon pastore difende le sue pecore, e anche la pecora infedele”.

Padre André Ravier sj

 

“Non il molto sapere sazia e soddisfa l'anima, ma il sentire e gustare le cose internamente”. sant’Ignazio di Loyola

 

“L'inferno è, anzitutto, essere separato da Dio per sempre”. Padre André Ravier sj

 

“Se tu sei qui, Signore, tutto è qui”. Rashi di Troyes

 

“La solitudine con il Padre suo è veramente l’ambiente di Gesù e del cristiano” Padre André Ravier sj