Mese missionario ottobre 2011

  

ADORAZIONE

Malanghero, ottobre 2011

mese missionario

 

         Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò.

Disse: “Se ho trovato grazia a i tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi.

Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità”

(Esodo 34, 8-9)

 

         Il toccare con mano quotidianamente e più volte al giorno il nostro limite, persino il nostro peccato, non ci umili, ma ci renda sempre più sensibili alla debolezza dei fratelli e questo anche nello “stare” davanti al Signore nella preghiera di intercessione come Mosè che a sua volta è figura del Cristo davanti al Padre ad intercedere per noi tutti.

 

         Nessuno venga davanti a me a mani vuote.

Per sei giorni lavorerai, ma nel settimo riposerai; dovrai riposare anche nel tempo dell’aratura e della mietitura.

(Esodo, 34, 20b-21)

 

         In Dio il riposo settimanale è un preciso dovere perché esso ci ricorda la nostra identità e dignità di figli e non di schiavi.

La nostra comune vocazione consiste nel vivere questa figliolanza, per questo non possiamo permetterci di comparire davanti a Dio a mani vuote, senza aver fatto fruttificare questo prezioso talento.

 

         Quando Mosè scese dal monte Sinai (…) non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, perché aveva conversato con Dio.

(Esodo 34, 29)

 

         Pure noi nella preghiera e in special modo nell’adorazione, parliamo a Dio “faccia a faccia”… il nostro volto, ma più ancora il nostro vivere, il nostro relazionarci, testimoni la “raggianza” dell’averlo incontrato e conosciuto.

 

         Mosè disse agli Israeliti: “Vedete, il Signore ha chiamato per nome gli artisti e li ha riempiti del suo spirito perché abbiano saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro per ideare progetti da realizzare in oro, argento e bronzo, per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno ed eseguire ogni sorta di lavoro artistico.

Ha messo nel loro cuore il dono di insegnare, li ha riempiti di saggezza per compiere ogni genere di lavoro di intagliatore, di disegnatore, di ricamatore, capaci di realizzare ogni sorta di lavoro e di ideare progetti”

(cfr Esodo, 35, 30-35)

 

         Dio è bello e l’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, è chiamato a riflettere tale bellezza. Il rito, che è cosa umana, deve riflettere la stessa bellezza. Ancora tutta la vita dell’uomo deve essere improntata e caratterizzata da questa dimensione di sobria e dignitosa armonia. Il peccato è proprio ciò che deturpa e rovina tale armonia.

 

 

Dalle preghiere del beato Padre Luigi

 

- Signore, mi dispiace di non avere in passato assecondato i tuoi desideri su di me, spesso ti ho resistito; o Gesù, mite ed umile di cuore, vieni presto in mio aiuto perché per l’avvenire mi lasci lavorare da te docilmente...

 

- Signore, se proprio vuoi che ti consideri come l’amico del mio cuore, fammi tu come devo essere! Che tu sia non solo il primo e il più intimo degli amici, ma l’unico, Tu mi basti, Tu solo sei santo, Tu solo l’Altissimo.

 

- O Gesù, tu mi hai stimato più di te stesso, perché hai dato la tua vita per me. Ma io ti stimo?

A parole, almeno in teoria, sì, ti stimo sopra ogni cosa, compreso me stesso, ma poi alle prove, ti metto dopo al mio gusto, al mio capriccio, ad una vanità.

Trovo in Te tutte le qualità del vero amico-tesoro, mentre in me trovo il contrasto più stridente che dir si possa!

 

 

Dagli scritti della beata Elisabetta della Trinità

 

- Poiché non posso rompere con il mondo e vivere con la tua solitudine, Signore, accordami almeno la solitudine del cuore; che io viva in intima unione con te e nulla assolutamente possa distrarmi da te, che la mia vita sia una continua preghiera!

 

- Se tu lo volessi, Signore, sarei pronta a vivere nell'inferno purché da questo spaventoso abisso salisse verso di te la preghiera di un cuore che ti ama.

O mio Dio, ti raccomando tutte le anime che pregano qui ora con me.

Se tu vuoi, sono pronta per loro a rinunciare a tutte le consolazioni che mi avresti dato nel corso di questa preghiera; sono debole, lo sai, vieni in mio soccorso!

Fa' che viva in un’unione più completa con te, che non viva che al di dentro, in quella cella che tu costruisci nel mio cuore, in quel piccolo angolo di me stessa dove ti vedo e sento così bene.

Ahimè, spesso ti lascio là solo come lo eri nel deserto!

Ah, sono ben capace di ciò: io sono così poca cosa... Ma ti amo, ti amo immensamente e sono gelosa di quelle grandi anime che ti hanno amato tanto!

 

 

Dagli scritti di san Francesco di Sales

 

- Non essere duro con le persone intrattabili, finché c’è speranza di vincerle con la dolcezza.

 

- Devi essere molto coraggiosa in mezzo alle tentazioni, e non darti mai per vinta.

Finché ti dispiacciono è buon segno: un conto infatti è sentire, ma un’altra cosa è acconsentire. Non si può acconsentire ad una tentazione se essa non ci piace.

 

- Dobbiamo odiare e combattere i nostri difetti, ma con un odio tranquillo e sereno; perché non c’è nulla che conservi di più i nostri difetti dell’inquietudine e dell’affanno per toglierli.