Carezza di padre

MEDITAZIONE  MATTUTINA  NELLA  CAPPELLA  DELLA  DOMUS  SANCTAE  MARTHAE

 

Carezza di padre

 

Giovedì, 10 dicembre 2015

 

Il salmo responsoriale nel quale è stato ripetuto: “Il Signore è misericordioso e grande nell’amore” è una confessione di fede nella quale il cristiano riconosce che Dio è misericordia e lui grande, ma grande nell’amare. Un’affermazione solo apparentemente semplice perché capire la misericordia di Dio è un mistero, è un cammino che si deve fare durante tutta la vita.

Nel libro del profeta Isaia (41, 13-20), si trova un monologo di Dio che si rivolge al suo popolo. E si legge come egli avesse detto al suo popolo che lo aveva scelto non perché fosse grande o potente, ma perché era il più piccolo di tutti, il più miserabile di tutti. Dio si è proprio innamorato di questa miseria, di questa piccolezza.

E’ un testo dal quale emerge chiaramente questo amore: un amore tenero, un amore come quello del papà o della mamma, quando si rivolgono al bambino che la notte si sveglia spaventato da un sogno. Con la stessa premura Dio parla al suo popolo e gli dice: “Io ti tengo per la destra, stai tranquillo, non temere. Vermiciattolo di Giacobbe, larva d’Israele, io vengo in tuo aiuto, tuo redentore è il santo d’Israele, non temere”.

Non temere. Tutti noi conosciamo le carezze dei papà e delle mamme, quando i bambini sono inquieti per lo spavento. Anche loro dicono: “Non temere, io sono qui”. Ad ognuno di noi il Signore ricorda teneramente: “Mi sono innamorato della tua piccolezza, del tuo niente” e ci ripete: “Non temere i tuoi peccati, io ti voglio tanto bene, io sono qui per perdonarti”. Questa, in sintesi è la misericordia di Dio.

Di un santo (credo che fosse san Girolamo, ma non sono sicuro) si diceva che fosse molto penitente nella sua vita, che facesse sacrifici, preghiere e che il Signore gli chiedesse sempre di più. Il santo continuava a chiedere: “Signore cosa posso darti?”, finché disse: “Ma Signore, non ho niente di più da darti, ti ho dato tutto”. E la risposta fu: “No, manca una cosa”, “Cosa ti manca Signore?”, “Dammi i tuoi peccati”. Il Signore ha voglia di prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri peccati, le nostre stanchezze. E’ un atteggiamento che ritroviamo anche nei Vangeli, in Gesù il quale affermava: “Venite a me, tutti voi che siete affaticati, stanchi ed io vi darò ristoro”. Dio ce lo ripete continuamente: “Io sono il Signore tuo Dio che ti tengo per la destra, non temere piccolino, non temere. Io ti darò forza. Dammi tutto ed io ti perdonerò, ti darò pace”. Sono queste le carezze di Dio, le carezze del nostro Padre, quando si esprime con la sua misericordia.

Noi uomini siamo tanto nervosi e quando una cosa non va bene, strepitiamo, siamo impazienti. Invece Dio ci consola: “Stai tranquillo, ne hai fatta una grossa, sì, ma stai tranquillo; non temere, io ti perdono”. E così ci accoglie in tutto, anche con i nostri errori, i nostri peccati. Proprio questo significa quanto si ripete nel salmo: “Il Signore è misericordioso e grande nell’amore”. Così noi siamo piccoli. Lui ci ha dato tutto. Ci chiede soltanto le nostre miserie, le nostre piccolezze, i nostri peccati, per abbracciarci, per accarezzarci.

Invito tutti a chiedere al Signore di risvegliare in ognuno di noi ed in tutto il popolo la fede in questa paternità, in questa misericordia, nel suo cuore. Ed anche a domandargli che questa fede nella sua paternità e la sua misericordia ci renda un po’ più misericordiosi nei confronti degli altri.