Lectio 16 ottobre 2015

Autore: Teologa Laura Verrani
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Lectio 16 ottobre 2015

Laura Verrani
 
Lc 24, 25-32
 
25 Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26 Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27 E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28 Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29 Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32 Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
 
Spiegazione del testo (Appunti di Carla)
 
Questo brano è tratto dai “Discepoli di Emmaus” di cui però non si fa esegesi stasera. Questo può essere un brano significativo per capire come si fa la “lectio divina”, per capire il rapporto col Signore, per vivere il tempo di silenzio che ci viene regalato per pregare.  “Non ci ardeva forte il cuore...”
Il rischio è di disperderla o dare importanza a ciò che si è ascoltato ma non a fare in proprio. Vorrei fornire quindi degli strumenti sapendo che il rapporto personale con il Signore è impareggiabile.
Io voglio poter entrare nella Bibbia in questo modo.
Stasera parlerò delle tecniche di preparazione alla preghiera. La prossima volta vedremo dei suggerimenti per “scavare”.
Innanzitutto la lectio va preparata.
Il testo di Luca ci fa vedere i due che vanno nel villaggio in cui abitano, Gesù si affianca a loro e li fa parlare; solo quando stanno zitti Gesù attacca a parlare lui.
Ecco la pedagogia di Gesù: non ha iniziato subito, c'è un prima. Nel rapporto con la Parola il nostro ascolto della Parola arriva dopo. Gesù prima fa parlare noi e sinché non abbiamo finito non inizia a parlare. Questo tempo è quindi prezioso.
Altra cosa è quello che dovrebbe succedere quando si sta con la Parola in modo proficuo cioè quando la Parola ha raggiunto l'obiettivo.
I due la Scrittura la conoscevano; stanno nella legge e hanno un rapporto con la Scrittura da cui non hanno ottenuto nulla. Esiste la possibilità che si stia davanti alla Parola senza che nulla succeda. A cosa deve servire la Scrittura?
Loro erano coinvolti, Gesù aveva fallito tutto ciò che aveva promesso e loro stavano vivendo un momento delicatissimo e terribile. La Scrittura avrebbe dovuto aiutarli ad interpretare la realtà, ma non ci riuscivano; stavano nel non senso, non avevano le chiavi di lettura per decifrare.
Pensiamo sempre di dover capire la lettura che leggiamo ma è forse ancor più importante capire che è importante far sì che la Parola interpreti noi, non che noi interpretiamo la Parola. Ci serve per capire quello che ci accade mentre noi viviamo.
Gesù dice: “schiocchi”, cioè senza testa e tardi di cuore, cioè col cuore lento che non parte. Stanno davanti alla Parola come nel salmo 73 che fotografa la realtà di chi sta davanti alla Scrittura, di chi segue la legge e si guarda attorno e vede che prosperano coloro che non seguono la legge, non gli tornano i conti; poi c'è la svolta, ha capito, e allora rievoca quando non capiva. Stavo davanti a te come una bestia (letteralmente ippopotamo). E' una realtà possibile.
Oppure esiste la possibilità di fare esperienza e che Gesù si sieda accanto e tu capisci la Scrittura. Da cosa lo capisci? Dopo che ha finito di parlare insistono: Resta con noi. Hai il desiderio che la tua lectio continui, vorresti che quel momento non finisse perché lo stai gustando.
Altro sintomo positivo: scoprono che il loro cuore è partito, si è scaldato come un motore. Il cuore nella Bibbia è il centro propulsivo della persona, il centro delle decisioni, la parte più intima in cui decide di sé. Quando la lectio funziona non vorresti più smettere. Ciò deve succedere a me.
C'è un tempo di preparazione.
In mezz'ora di silenzio non improvvisate ma organizzate il vostro tempo. Decidete quanto deve durare il tempo di preparazione. Mettersi alla presenza di Dio dipende da noi perché il Signore è sempre presente anche se non ce ne accorgiamo. Come? Ad esempio con l'immaginazione. Santa Teresa dice che non è preghiera se tu non consideri con chi hai a che fare. Devi fare mente locale pensare che siete tu e Lui.
Cos'è la preghiera?
E' uno stare da solo a solo con colui dal quale sappiamo di essere amati. Siamo con la persona che in assoluto ci ama di più al mondo. Non potrà che andare bene.
Il secondo punto importante è essere presenti a noi stessi e questo non è scontato. Il dialogo nella Bibbia inizia aiutando l'uomo ad essere presente con sé stesso (Gn 3- Adamo dove sei?). Il momento va organizzato attorno a questa domanda: dove sono io adesso?  La Parola viene in condizioni precisissime. Tu non sei quello che eri l'anno scorso né quello che sarai tra due giorni, la Parola di Dio arriverà per quello che sei oggi.
Suggerimento pratico: mi baso, per partire, su tutte le cose belle che mi stanno capitando per cui posso ringraziare, dopo faccio mente locale su ciò che non va, cosa manca. Di questo chiedo scusa oppure penso se c'è qualcosa che mi fa soffrire, che mi fa problema.
    Dopo la preparazione lasciare un tempo per leggere il testo e stare lì leggendo e rileggendo. Regalatevi comunque la Parola.
Invito a cominciare a mettere le mani in pasta.
Bibbia davanti e Signore di fianco.
Il Signore spiega anche il problema che avevano i due discepoli con la Scrittura, spiega in tutte le Scritture ciò che si riferisce a Lui.
Non c'è pagina della Scrittura che non contenga una buona notizia per noi, cioè Lui. E' solo questione di tempo. Saperlo fa la differenza.
Lì c'è una parola per te.
Gustare la Parola in pienezza.