Lectio 13 marzo 2014

Lectio 14 marzo 2013

SACRAMENTO DEL'UNIZONE DEGLI INFERMI

 

Si lasceranno alla fine i sacramenti della vita matrimonio ed ordine

Il papa ha recentemente commentato questo testo tecnico che è riferimento delle teologia cattolica per questo sacramento.

 

Lettera di Giacomo 5

13 Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia, canti inni di lode.

14 Chi è malato, chiami presso di sé i presbiteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore.

15 E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo solleverà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati.

16 Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto potente è la preghiera fervorosa del giusto.

 

Ha detto su questo testo che è importante recuperare il senso del sacramento che consiste nel farsi vicino al malato da parte di Gesù, chiedere la presenza di Gesù in quella malattia, quindi si riferisce anche alla malattia cronica, significa portare Gesù vicino al proprio essere malato.

Non si farà l'esegesi del passo ma il percorso sarà di teologia biblica, cioè un cammino dentro la scrittura relativamente ad un tema.

Fare quindi una riflessione biblica sulla malattia, il malato nella Bibbia. Cosa vuol dire essere malati nella scrittura.

Chi è il malato nella Bibbia? La malattia si prende un bel posto nella Bibbia. L'esperienza dello star male ha vasto spazio nella scrittura. La realtà della malattia così come il male ha uno spazio vastissimo così come noi conosciamo tanti malati. La Bibbia però è molto chiara su questo punto; l'eco è vastissima ma limitata. Inizio e fine (Genesi ed Apocalisse) non contengono però il male. All'inizio tutto è molto buono e bello, poi si incrinano e conoscono una degenerazione al capitolo 3; alla fine c'è la grande immagine della Gerusalemme celeste che scende dal cielo.

L’ultima immagine che chiude la Bibbia è la foto di come saremo. Ogni foto che abbiamo è la foto di come eravamo, di come siamo stati. Nella Bibbia c'è l'unica foto che rispecchia come saremo. In quella descrizione di quelle città c'è un particolare; in quella città non ci sarà il mare, e il mare nella Bibbia rappresenta il male (tanto che Gesù sul mare cammina sopra).

Dice Giovanni “le cose di prima sono passate”. Quindi la Bibbia si apre che tutto è molto buono e alla fine non ci sarà più niente di tutto quello che ci fa piangere. E' certo che in mezzo c'è il male ma il male non avrà la prima e l'ultima parola.

In mezzo è tutto pieno e proviamo ad ascoltare voci di persone malate. Esempio nei salmi (salmo 87, terribile, non si sa se questo sta male fisicamente); i salmi sono pieni di lamenti di persone che stanno male (Es. salmo 22, salmo 38, salmo 41); ascoltando questi malati biblici emerge:

  • Un senso di solitudine (chi viene a visitarmi dice il falso): chi sta male si sente solo in questa realtà e anche se qualcuno lo va a trovare lui percepisce una sensazione di solitudine, tu solo stai vivendo questa cosa e gli altri anche se ci sono non sono con te.
  • Sono chiamati i salmi di lamento; nella nostra esperienza il malato che si lamenta è pesante; educhiamo anche a non essere pesanti e invece il malato biblico si lamenta; è uno sdoganamento del lamento, ti puoi lamentare; il malato biblico si lamenta col Signore. Col Signore il malato biblico si permette di stare in pigiamo e pantofole
  • Ricorre la considerazione, la denuncia delle proprie colpe. C'è l'idea di fondo che se sto male è perché ho fatto qualcosa, cioè che la malattia sia una punizione, un castigo; (Ma cosa ha fatto di male per soffrire così, è la stessa idea che c'è in questi salmi; lo star male come conseguenza di una colpa). E' l'idea originaria, ed è la stessa che viene in mente all'uomo normale; la Bibbia parte di lì per arrivare da un'altra parte; l'equazione è: se faccio tutto bene mi andrà tutto bene ed è una percezione che c'è (ad esempio le persone con tanta attenzione salutistica, come se cercare di premunirsi, anche se non per fatto morale come nella Bibbia, e mi aspetto che tutto vada bene. Meccanismo della retribuzione). L'idea è talmente sbagliata che il popolo di Israele.

Nel libro di Giobbe si vede bene tutto ciò, perde tutto, ma è tutto costruito con discorsi in cui Giobbe si lamenta, addirittura protesta (io non me lo merito, non ho fatto niente di così grave per essere in una situazione così terribile) ed è circondato da amici che gli dicono che se capita tutto ciò è perché qualcosa hai fatto (voce arcaica). Ciascuno nella propria esistenza, quando ci si scontra col dolore innocente, senza soluzione. Il libro di Giobbe non dà soluzione; interviene Dio stesso per dire che Giobbe ha ragione, gli amici no. Sta soffrendo molto più di quanto si meriti ma non risolve il problema del perché.

 Alla fine il Signore approva perché lui è stato attaccato al Signore e quindi lo reintegra ma non è una soluzione perché potrebbe riperdere tutto. Il cammino di Israele non è però ancora arrivato a credere a qualcosa dopo la morte. Il salmista dice negli inferi, dopo la morte, non c'è più una relazione con te Dio. Se con la morte finisce tutto allora il premio io lo voglio vedere qui.

Capire che non è vero che se faccio tutto bene mi andrà tutto bene è capire che la vita è una stanza chiusa e, nei secoli, libro della sapienza, in quella stanza si spalanca una porta (scritto 30 anni prima di Gesù).

Gli empi invocano su di...

Dentro questo libro c'è la parola immortalità

 

Sapienza 3

1 Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà.
2 Agli occhi degli stolti parve che morissero, la loro fine fu ritenuta una sciagura, 3 la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace. 4 Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza resta piena d’immortalità.

 

Questa affermazione spalanca le porte al NT in cui troviamo (Mt 4, 23-25).

 

23 Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. 24 La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. 25 Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

 

Testo interessante, sommario. Si fa questa esperienza; nella Bibbia i malati se si potessero contare sarebbe tanti ma numerabili; in un brano come questo i malati non sono più contabili, sono tutti. E' appena iniziato il Vangelo e Marco ci fa vedere un'esplosione di guarigioni. Ne trova prima subito uno in sinagoga, ambiente esterno, fuori, poi ambiente familiare, quindi tutto ciò che c'è fuori e poi tutto quanto è intimo, Non c'è persona né realtà umana che non abbia bisogno di essere guarito da Gesù. Viene fuori che nessuno è fuori da questa realtà. Chi è che può dirsi sano, che non abbia bisogno di guarigione?

Se tutti sono coinvolti non né più possibile sentirsi soli.

Nel NT siamo tutti e quindi come possiamo guardare il malato dall'esterno, il senso di solitudine si può sgretolare.

Non esiste una sola volta in cui Gesù sia chiamato e che si tiri indietro, anche se sembra (esempio donna Cananea in cui esalta la fede di quella donna oppure Lazzaro) Gesù di fronte alla malattia si mette in piedi, presente e sempre in modo diverso, tutti i miracoli sono diversi. Gesù non segue i protocolli.

Se siamo malati dal medico siamo seguiti con dei protocolli, Gesù ti segue invece in modo personale.

In fondo a cosa è servito che Gesù si sia occupato così tanto dei malati? Non ha guarito tutti ma solo quelli che glielo chiedevano e, anche quelli che sono stati guariti, poi sono morti. E' così importante? Farsi vicino di Gesù alla malattia è così importante che diventerà un sacramento per portare guarigione. Anche i santi hanno continuato ed è quindi rimasto nella chiesa. Perché è così importante? I miracoli sono chiamati segni e questo ci aiuta a capire che Gesù lo fa perché quel gesto è il segno di qualcos'altro.

Che cosa è più facile ti sono rimessi i peccati o alzati e cammina? Se i peccati non ti sono rimessi i peccati chi lo vede ma se ti alzi e cammini tutti lo vedono: e allora ciò che interessa è la salvezza; il mio potere è in quello che c'è di più doloroso nella realtà umana. Continua ad essere importante chiedere la guarigione, Gesù ha potere non solo sul corpo ma su qualcosa di ancora più profondo.

Gesù vede l'uomo cieco dalla nascita seduto, in disparte, fermo, bloccato. Quando Gesù gli rimette la vista quest'uomo si rimette incammino quindi Gesù lo riattiva; la malattia è il segno di qualcosa di più profondo.

La paralisi può essere interiore e quella esterna può essere il segno.

Come fa ad intervenire sulla malattia? Dall'AT (Canto del servo)

In forza di cosa Gesù può togliere l'uomo dal male e talvolta accade già adesso perché ci si ricordi che Gesù si è caricato dalle nostre sofferenze. Se la malattia se ne va da lui è perché Gesù li ha presi su di sé.

Chiunque voglia fare come Gesù assumerà il male, non ci sarà la magia. Prendo il male su di me.

Dobbiamo farlo pure noi?

Immagine dell'AT ripresa nell'Apocalisse: dobbiamo fare come lui? Ezechiele 47, Ap 2.

L'acqua che sgorga dal tempio è la grazia; a questi alberi farà frutto 12 mesi all'anno, vuol dire essere sempre fecondi e le foglie di questo albero saranno medicine.

Chiunque viva radicato a questo fiume avrà foglie che servono come medicine; tutti possiamo essere medicine nella misura in cui ci radichiamo nel Signore.

Ci sarà allora il sacramento dell'estrema unzione ma anche la vita di ogni credente che può essere medicina.

Si tratta di essere medicine per gli altri.

“Si può essere un balsamo per molte ferite”