I Sacramenti
- Dettagli
- Autore: Teologa Laura Verrani
- Visite: 2007
Lectio 10 ottobre 2013
Laura Verrani
I Sacramenti
Lettera di san Paolo agli Efesini
Questa pagina si inserisce nel cammino che faremo sui sacramenti poiché fa da introduzione dicendo qualcosa che riguarda tutti i sacramenti.
Vi ricorre quattro volte una parola: “mistero”.
In che cosa è attinente ai sacramenti? Ciò di cui si parla qui è proprio il mistero. Possiamo tirare fuori cosa sia questo mistero e perché dovremmo occuparcene? Quale è il collegamento?
Sacramento viene da sacramentum = manifestazione, ma traduce una parola greca, lingua in cui sono scritte le lettere ed i vangeli, mysterion. Sacramento quindi in greco si direbbe mistero.
I sacramenti questo sono.
I sacramenti sono come finestre dalle quali filtra la luce, la luce del mistero.
Come mai i sacramenti non sono stati chiamati misteri? La Chiesa ha preferito sin dall'inizio non usare il termine per non confondere i fedeli poiché era un termine molto usato dagli gnostici, dai riti misterici orientali e anche ora fa venire in mente un giallo. Cioè c'è sotto qualcosa da scoprire. Il cammino che si farà sarà affacciarsi ogni volta da una finestra diversa, ma il panorama è lo stesso.
Con i sacramenti entriamo in contatto con questo mondo.
Cap 3
1 Per questo io, Paolo, il prigioniero di Cristo per voi pagani... 2 penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: 3 per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui vi ho già scritto brevemente.
Fin da subito Paolo, nel capitolo 1, ha parlato del mistero, di come gli è stato dato di conoscerlo.
Già si può cogliere una caratteristica: questo mistero si dà a conoscere.
Quando si parla di conoscenza del mistero il verbo non è mai attivo.
Il soggetto è sempre un passivo teologico (Dio). Il mistero non è qualcosa che si conosce perché si vuole conoscere, ma qualcosa che in qualche modo ci è dato, che poi è Dio, ciò che Lui vuole.
Il mistero ha a che fare con lui e con noi. I sacramenti non sono qualcosa che si prende.
E' d'uso dire “prendere messa” nel senso di ordinazione del prete o anche di andare a messa.
4 Leggendo ciò che ho scritto, potete rendervi conto della comprensione che io ho del mistero di Cristo. 5 Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito.
Seconda caratteristica del mistero: Paolo ha la chiara consapevolezza che con Gesù Cristo si è raggiunta una luce che non si spegne più ed è una luce definitiva. Paolo dice che nel passato non avevano compreso come noi comprendiamo oggi. La caratteristica del mistero è quindi la progressività, ieri non è come oggi, oggi è più di ieri. E' una caratteristica che entra nella vita di ciascuno. Io sono stato battezzato ed ho ricevuto una volta per tutte la salvezza, ma la mia vita battesimale ha una progressione; il modo in cui il sacramento si dà implica un cammino. Il modo in cui vivi un sacramento cresce.
6 che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.
Paolo ha chiaro che non ci sono condizioni di serie b, cioè i gentili ed i giudei. Tutti possono tuffarsi in questa luce, non esistono luci sfavorevoli. Affacciarsi a questa finestra, ed essere in comunione è per tutti.
Paolo sta scrivendo agli efesini, che sono pagani. E sono parole che lui rivolge ai pagani, anche a noi che non siamo ebrei.
Vuol dire che partecipiamo alla stessa eredità, cioè siamo persone che riceveranno un'eredità. Non è la stessa cosa vivere sapendo che riceverai un'eredità o che sei uno spiantato qualsiasi. Essere oggi precario, senza casa o esserlo, ma sai che avrai delle ricchezze. La vita è la stessa, ma ci passi in mezzo in un altro modo.
Questo ci viene ogni volta rafforzato e confermato.
Ci è stato dato di far parte dello stesso corpo. Se adesso fai parte di un corpo e prima no, non sei più isolato. L'accesso al mistero ci mette in questa consapevolezza: hai un posto, qualsiasi cosa tu stia vivendo.
Partecipi della promessa: ricevere una promessa ti lancia in avanti, ti spinge a guardare il futuro perché riceverai la promessa e ti fa diventare stabile e forte. Vivere avendo una promessa è come vivere sapendo già di avere un tesoro prezioso (Abramo con il figlio; cosa lo tiene in piedi mentre il figlio sta per morire? La promessa. Dio aveva promesso ad Abramo una discendenza numerosa). Abramo parte con Lot con cui poi non va più d'accordo e, mentre parlano, hanno davanti tutta la valle fertilissima in cui , non si sa ancora, ma ci sono Sodoma e Gomorra. Abramo dice a Lot: “Scegli dove tu vuoi fermare ed io andrò dalla parte opposta”. Cosa fa sì che Abramo possa lasciare la parte migliore? La consapevolezza di avere tra le mani un tesoro più grande. Lot non ha la promessa.
Entrare in contatto col mistero vuol dire sapere che erediteremo, che non siamo isolati ed avere la promessa ci fa essere più liberi.
7 del quale io sono divenuto ministro secondo il dono della grazia di Dio, che mi è stata concessa secondo l’efficacia della sua potenza. 8 A me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo 9 e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo, 10 affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, 11 secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, 12 nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui. 13 Vi prego quindi di non perdervi d’animo a causa delle mie tribolazioni per voi: sono gloria vostra.
Qui Paolo parla di sé dicendo “a me che sono l'infimo...” il mistero si rivela, non lo acchiappi tu; si rivela progressivamente tramite qualcuno. C'è sempre il Paolo di turno che ti rivela e anche Paolo l'ha avuto. Il mistero si dà tramite qualcuno (don Puglisi...).
I sacramenti hanno tutti dei ministri, cioè chi tecnicamente ha il compito di tirar su la persiana e farti vedere. Nel matrimonio i ministri sono gli sposi.
Infimo tra tutti i santi, significa che sono insignificante, il più piccolo, il minimo, l'insufficiente. Paolo è consapevole di essere tutto ciò. Il ministro sovente è anche insufficiente perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Chi ti apre la finestra può essere insufficiente, ma la luce passa lo stesso e questo vale per tutti i sacramenti.
1 e sulla terra, 16 perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito.
Una preghiera che Paolo fa per questa gente è quello che deve fare il ministro:
17 Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, 18 siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, 19 e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
E' quello che lui chiede per coloro di cui è tramite.
Che succede nei sacramenti? Si rafforza l'interiorità. Guardando il contrario ci si accorge che è pieno di gente che ha un'esteriorità ipertrofica. Dove tutto è molto curato, ma normalmente va di pari passo con un'interiorità rachitica. E' come una bellissima casa che non ha la cantina e non ha le fondamenta.
Nei sacramenti l'accesso al mistero rafforza l'interiorità e poi si diventa casa di Cristo e si conosce l'amore di Cristo, le sue dimensioni, quanto è grande. Se voi sapeste quanto siete amati piangereste di gioia. Fare esperienza di quanto è grande l'amore di Dio. Quando ti affacci alla finestra quello che Paolo ti augura è che tutta quella luce entri dentro di te. L'anima è resa più grande del cielo. Tu ti affacci alla finestra ed il cielo ti entra dentro. I sacramenti ci trasformano, ci cambiano la taglia. Ci trasformano progressivamente ma, alla fine, sarò bello? Questa trasformazione, alla fine, come mi lascia? Poi mi piaccio? Nella Sacra Scrittura c'è la foto di come saremo. Capitolo 21 dell'Apocalisse (9-27): è la descrizione della Gerusalemme celeste, cioè l'anima di ogni credente. Quelli saremo noi: oro, cristalli, gemme; i sacramenti ci trasformano; saremo così.
20 A colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, 21 a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen.