Il matrimonio

Lectio 9 maggio  2014

 

Laura Verrani

 

Il sacramento in oggetto è il matrimonio.

 

Tra i testi utilizzati nella liturgia del matrimonio: c'è la prima lettera ai Corinzi, l'inno alla carità. La scelta è caduta su questo poiché ci sono molti spunti pratici che riguardano l'amore.

La traduzione della parola carità non è stata modificata. La parola originaria è agàpe, espressione più completa, che indica l'amore più alto che si possa immaginare. Si suggerisce di rileggere il testo sostituendo alla parola carità, la parola amore. Allora ci si rende conto che il testo calza benissimo con il sacramento del matrimonio che riguarda l'amore.

Qui sono illustrate le caratteristiche dell'amore.

Quando Paolo sta scrivendo questa pagina non pensa al matrimonio e nemmeno alla comunità di Corinto a cui sta scrivendo, ma sta parlando della Chiesa. Quella di Corinto era una comunità molto ricca, ma in cui si litigava e c'erano dei problemi (analogie con il matrimonio).

Prendiamo le parole di questa lettera e proviamo a metterle nel contesto del matrimonio.

Quali caratteristiche deve avere l'amore per essere agape (non eros o filìa) e quindi non avere mai fine?

Sono dodici quelle che Paolo indica.

All'inizio elenca una serie di cose grandissime, grossi doni all'interno della vita della Chiesa. Ma dice che anche il talento più bello che uno può ritrovarsi, se non c'è l'amore non è niente. La considerazione si può allargare dal matrimonio alla vita in generale.

Le cose che vengono ritenute più importanti, come le ricchezze, sono robe da bambini rispetto alla capacità di amare (“Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino...”). Queste cose finiranno; l'amore no.

Paolo ci invita a puntare con decisione sul sicuro e cioè investire tutto sull'amore.

 

Prima lettera ai Corinzi  13

 

1Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.

2E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.

3E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.

4La carità è magnanima (paziente nella vecchia traduzione, il termine è un verbo che significa prendere un respiro profondo, quindi l'amore respira profondo; vita più rilassata e vita in ansia, l'amore non è affannato, sa respirare a pieni polmoni, saper quindi contare fino a cento prima di intervenire; ciò permetterà anche all'altro di vivere rilassato), benevola (benigno nella vecchia traduzione; cerca, vuole il bene, la cosa utile per la persona, è volere il bene dell'altro) è la carità; non è invidiosa (chi è capace di amare non invidia, verbo zelò che significa avere dentro qualcosa di bruciante come quello che ha una persona che si mette a gareggiare, non si mette in gara con altri per arrivare; significa che chi sa amare veramente è persona che sta bene nei suoi panni, sono contento di me, di quello che sono, sa amare veramente chi sta bene con se stesso, fondamento imprescindibile dell'amore; per saper amare bisogna essere contenti di sé, stabile; tante relazioni sbagliate vanno avanti perché alla base manca la capacità di apprezzare se stessi), non si vanta, non si gonfia d’orgoglio (argomento che piace a Paolo e che ritorna; se mi sposo è chiaro che non mi sposo per vantarmi (richiama a scene di sfoggio di abiti, di prestigio, anche nell'ambito della Chiesa c'è questo vanto come ad esempio il numero di celebranti); la capacità di amare non c'entra nulla perché il vanto inizia e finisce su di me, la ricaduta di quello che faccio è su di me, la dinamica dell'amore invece parte da me ed arriva ad un altro), non manca di rispetto (letteralmente essere sconveniente; l'amore non è maleducato; sembrano aspetti collaterali; chi sa veramente amare si comporta con gli altri in modo rispettoso, educato nelle varie circostanze, nel matrimonio c'è uno specchio infallibile ed impietoso di questa realtà; basta guardare i figli piccoli per capire se c'è questa caratteristica nella coppia, soprattutto se sono piccoli ed è un aspetto da non trascurare), non cerca il proprio interesse (non è opportunistico; vale già nella persona stessa, chi non fa una cosa se non gli è utile difficilmente avrà un matrimonio che funziona perché è rivolta a se stessa, chiusa in se stessa), non si adira (verbo che significa accendersi, alla minima cosa sbotta e reagisce, piglia fuoco facilmente; difetto che impedisce all'amore di raggiungere la sua perfezione perché sei così le persone che vivono con te sono costrette a vivere sul chi va là perché sa che tu ti arrabbi; mette l'altro in condizione di costante tensione, la relazione tra me e te deve essere il posto più bello in cui stare, un posto in cui torno e sto bene), non tiene conto del male ricevuto (nuova traduzione, ma letteralmente c'è scritto il male ricevuto non c'è, non si parla del male ricevuto, ma è un'espressione assoluta; non stare a conversare interiormente con il male, l'amore non coltiva nei pensieri il male e concretamente posso farlo evitando di leggere, sentire film, riviste, discorsi in cui c'è il male. La capacità di amare si costruisce custodendo i pensieri, bisogna fare attenzione a ciò che si fa entrare nella testa; ad amare si impara custodendo la propria testa), 6non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità (non si rallegra dell'ingiustizia, ma si rallegra con la verità; se ciò che ti rallegra è qualcosa di buono allora sarete felici insieme; l'amore vero non può essere felice dell'ingiustizia; l'amore vero è giusto dentro la vita della coppia ed all'esterno; la giustizia si chiama parità e reciprocità, quando non c'è, c'è sbilanciamento, l'amore vero è paritario; non si può essere felici da soli; insieme si sa gioire della verità, della sua ricerca (“Io sono la Via, la Verità e la Vita”, cioè ci rende felici cercare Lui concretamente, cosa ci sta dicendo il Signore in questa giornata; allora la coppia fa esperienza della verità), 7Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (tutto copre nella vecchia traduzione; c'è il rischio di cogliere un'immagine passiva dell'amore. Questi verbi sono però specifici della vita cristiana; copre come un tetto copre la casa “steghe”= tetto, l'amore è come un tetto, come una copertura; significa anche difendere, custodire, proteggere; l'amore è come un tetto che ci protegge, è un qualcosa di sicuro, in cui possiamo stare tranquilli; è la nostra protezione, la nostra assicurazione; sotto questo tetto l'amore tutto crede, cioè io ho in te una fiducia completa; se l'amore è vero mi fido; tutto spera cioè si punta verso qualcosa che non abbiamo ancora, ma che sappiamo di poter avere; bisogna avere da sposati desideri enormi; bisogna quindi puntare molto in alto; tutto sopporta, ma nel senso di rimanere sotto; porti sopra di te qualche cosa; l'amore è quindi come un pavimento che tutto sostiene; un matrimonio vero può reggere tutto, niente può sotterrarlo, farlo sprofondare; se l'amore non regge più significa che non era amore), 8La carità non avrà mai fine (l'amore non avrà mai fine; cosa fare se sono in una condizione sbilanciata?; questo amore viene da Dio e perciò nella misura in cui il Signore sta tirando me, anche se l'altro non se ne rende conto, il Signore porterà dietro tutti quelli che vi sono legati; una sola caratteristica si tirerà dietro tutte le altre).

Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. 9Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino. 12Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. 13Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!