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II Comunicato

 

Carissime e carissimi,

         Innanzi tutto, nonostante tutto, buona domenica a tutti!

 

         Grazie di cuore poi a tutti coloro che hanno scritto o telefonato per dire il proprio apprezzamento per questo "comunicato". Incoraggiarsi a vicenda infatti in questi giorni è importante per diffondere pensieri buoni e positivi.

         Molti mi incaricano di salutare tutti quelli che ho occasione di incontrare.

 

         Non ci sono novità, se non quelle che vediamo al telegiornale, per il momento le chiese sono aperte; sulla realizzazione del triduo di Pasqua non ci scommetterei un centesimo...!

 

         Ho messo a disposizione sul tavolino solito al fondo della chiesa alcune copie della lettera pastorale del vescovo di Pinerolo (il libretto della caffettiera) sul quale stiamo meditando in quaresima.

 

         Continuo, tutte le sere, da solo ed a porte chiuse, come ci viene chiesto, a celebrare la messa per tutti voi chiedendo al Signore che vi dia forza per resistere nella serenità a questo momento difficile. Prego per voi tutti i giorni, fate la stessa cosa l'uno per l'altro e per me.

 

         Cogliamo il suggerimento di papa Francesco che in questi giorni in suo discorso ha detto: "Questa epidemia, il dover stare a casa, è l'occasione buona per valutare ciò che veramente conta distinguendo con chiarezza tutto quanto è superfluo".

         Vogliamo cogliere il suggerimento per vivere a pieno questa strana quaresima, ricordando che, come dice Etty Hillesum, "Non è importante ciò che si vive, ma come lo si vive".

 

         Ricordo che questo sito, unica possibilità per tenerci in collegamento, è uno strumento a disposizione di tutti per proporre brani positivi di riflessione o notizie da diffondere a tutta la comunità (come possiamo vedere a pagina 2). Il "comunicato" cercherà di uscire ogni domenica mattina, per i giorni del triduo sto pensando ad una edizione quotidiana.

 

         In tempi di "tranquillità forzata" vi chiedo di fare un pensierino sui nostri due "compiti a casa": le dieci parole e l'articoletto di "cronaca bianca" (vedi pagina 3 di questo comunicato).

 

         Sapete che sono un po' impallinato della musica e dei video, vi propongo di andare su youtube e cercare la canzone ed il video di Katy Perry intitolato "Firework", penso possa farci del bene ed infonderci una spinta di positività suggerendoci che non solo le cose negative sono contagiose...!

 

         A presto fratelli miei

don Dario Bernardo M.

oblato benedettino

 

 

Giusi ci propone questa bella poesia di Germana Bruno

 

         Ti abbraccerò con gli occhi e con il pensiero.

         E sarà un gesto di amore vero, ti bacerò con la sguardo soltanto e sarà un bacio come se ti avessi accanto, ti abbraccerò con il mio più bel sorriso e sarà come stare viso a viso.

         Ti stringerò con un telefonata e sarà come un abbraccio per tutta la durata.

         Farò così in questi strani giorni sperando che il bel tempo poi ritorni, allora quando tutto sarà passato, ti abbraccerò come non ti avevo mai abbracciato.

 

Suor Maria Silvia propone alla nostra riflessione questo suo testo

 

         Respiriamo un aria strana, in questi giorni, un silenzio surreale nelle nostre strade, simile al silenzio del venerdì santo.

         E’ un’occasione bellissima quella che, malgrado tutto, noi stiamo vivendo. Senza dimenticare la drammaticità della situazione sanitaria e sociale.

         Ci viene dato di riscoprire, se vogliamo, il senso della vita, del tempo, delle relazioni. Ora che i nostri movimenti sono limitati, ora che il nostro tempo è lento, rallentato, ora che per “responsabilità sociale” siamo obbligati a “stare dentro casa” abbiamo la possibilità di scoprire quanto sorvoliamo la vita, quanto diamo per scontato nelle relazioni amicali, affettive, sociali e con Dio.

         “Stare dentro casa”, un invito all’interiorità. Allo stare dentro noi stessi, al cuore di noi stessi dove Dio fa casa con noi. Interiorità che sempre fa paura anche a chi è cristiano.

Ora che ci è tolta la frenesia ed “il logorio della vita moderna”, come diceva la pubblicità di un amaro famoso, scopriamo la bellezza di ricevere un messaggio, una telefonata. Questa distanza di sicurezza che siamo obbligati a tenere fra di noi, ci fissa all’essenziale nelle relazioni… Vogliamo sapere come sta la persona a cui teniamo, l’amico, il vicino. Come stai tu? E' la domanda che risuona in questi giorni. E’ il tempo dell’essenzialità. E’ un tempo benedetto. Quando tutto sarà finito, forse niente in noi e fuori di noi, sarà come prima. Forse avremo solo riesumato, riscoperto la nostra vera identità: essere immagine somiglianza di Dio.

 

Riflessione di don Giuseppe Magnolini di Brescia

(proposto da suor Maria Silvia)

 

         Permettetemi una riflessione mentre sto ascoltando Di Maio ed il ministro della salute Speranza che sono tutti molto arrabbiati perché gli italiani vengono esclusi adesso, perché noi siamo i portatori del coronavirus, perché gli italiani sono visti come quelli che diffondono il morbo. Allora si chiudono i porti agli italiani, non si fanno entrare nelle città, si rifiutano soprattutto in Italia quelli che vengono dal nord. Pensavo a questa cosa: adesso siamo noi dall’altra parte, adesso siamo noi i rifiutati, quelli che non hanno posto dove andare, quelli che non possono muoversi liberamente, quelli che vengono discriminati. Siamo noi dall’altra parte, non siamo noi a discriminare questa volta. Forse un miracolo del coronavirus potrebbe essere anche questo, il farci sentire emarginati per farci capire come si sta quando si viene emarginati, per capire come ci si sente quando sei emarginato per il colore della pelle, per la religione, per le tue scelte, anche per il tuo genere, per tante cose. Come ci si sente? Molto male. Essere emarginati è la cosa peggiore che possa succedere. Ecco io spero che il coronavirus faccia almeno questo miracolo, di farci riconsiderare l’importanza di una fraternità universale e soprattutto che di farci riconsiderare quanto sia terribile dire di no a una persona, rifiutare l’altro semplicemente perché l’altro fa paura.

 

 

Compiti per le vacanze "forzate"

 

Primo compito: le dieci parole per riflettere

 

1  -  relazione con il Signore

 

2  -  marginalità

 

3  -  serenità

 

4  -  ascolto

 

5  -  riforma

 

6  -  cammino

 

7  -  comunità / fraternità

 

8  -  accoglienza

 

9  -  prendersi cura

 

10  -  servizio

 

         Quali di queste parole ti pare siano vissute in comunità e come? Cosa si potrebbe fare per crescere, per migliorare?

         Non è il caso di analizzare tutte e dieci le parole, basta commentarne anche solamente una...

 

Secondo compito: la "cronaca bianca"

 

dall'Emmaus mensile:

 

UNA  SFIDA

 

         Ci viene proposta una sfida: riusciremo a pubblicare, vedremo quando, un Emmaus trimestrale tutto composto di cronaca bianca, di buone notizie che ci trasmettano un po' di ottimismo, di buon umore, di voglia di vivere e di andare incontro al prossimo con sano ottimismo e fiducia?

         Chi ha articoli, scritti di proprio pugno o presi da altre pubblicazioni, li sporga a don Dario Bernardo M., la Redazione provvederà ad assemblare il tutto.

         Nel nostro piccolo lavoriamo alla diffusione del bene che è tanto, ma che fa meno rumore del male che ha così tanti "sbandieratori" che lo pubblicizzano!

 

         Bastano poche righe, di "cronaca bianca", positiva, costruttiva, che ci faccia del bene al cuore.