Adorazione Maggio 2011

 

 

ADORAZIONE

Malanghero, mese di maggio 2011

 

         Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché il Signore in sei giorni ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.

(Esodo 20, 8 - 11)

         Il sabato non serve per far riposare l’uomo affinché poi fatichi di più e meglio! Ma serve a ricordare all’uomo la sua dignità e l’assoluta sovranità di Dio su tutto il creato. Solo da Dio, e non dal nostro lavoro, viene la salvezza.

 

         Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto.

(Esodo 22, 20)

         La Bibbia non è lettera morta, ma contiene il messaggio vivo di un Dio vivo ed attuale! La Parola di Dio parla alla nostra vita, nella, dalla nostra vita e della nostra vita.

 

         Voi sarete per me uomini santi.

                               (Esodo 22, 30)

         In poche parole il sogno di Dio, la sua volontà: che siamo santi, cioè felici e viventi nella sua amicizia vivificante e liberante.

 

Non spargerai false dicerie.

                            (Esodo 23, 1)

Il sigillo della fedeltà dell’uomo a Dio si esprime semplicemente in “piccoli” gesti quotidiani ammantati di misericordia.

 

Non seguirai la maggioranza per agire male.

                                                   (Esodo 23, 2)

Siccome ci influenziamo vicendevolmente, abbiamo una grande responsabilità: invitare al bene o al male il nostro prossimo, in special modo quello più fragile, debole e facilmente condizionabile.

 

Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri in terra d’Egitto.

(Esodo 23, 9)

         Ben venga allora persino la nostra storia di sofferenza se ciò che patiamo ci educa a maggior sensibilità con chi soffre!

 

Dice il Signore: non si dovrà comparire davanti a me a mani vuote.

                                                                               (Esodo 23, 15)

Viene in mente quella parabola di Gesù che ci insegna che abbiamo ricevuto da Dio tantissimi e multiformi doni e la vita è una chiamata a farli fruttare per il bene nostro e del nostro prossimo.

 

 

PREGHIAMO

 

Dalle preghiere del beato Padre Luigi

 

Signore, ancora una volta mi rendo conto che in me c’è sì l’amore per Te, ma non c’è quella pienezza, cioè quel pensarti con facilità, con piacere, di continuo e con amore, quel cercare di vederti ovunque e di essere da te gradito, quelle mille inezie di cose da dirti...

Eppure voglio ad ogni costo arrivare ad amare il mio bello e caro Dio con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima, con tutta la mia mente e con tutte le mie forze!

Sì, sì, o mio Dio, così voglio amarti!

Se ti amassi così sentirei in me dolci desideri…

Ebbene, voglio arrivare ad amarti in questo modo perché come cantando s’impara a cantare, così amando s’impara ad amare...

Vivrò per pensare spesso a Te, per restarti unito nella preghiera.

 

 

Dagli scritti di san Francesco di Sales

 

Nulla chiedere e nulla rifiutare, ma abbandonarsi fra le braccia della Provvidenza divina, senza cedere a nessun desiderio, se non a volere ciò che Dio vuole da noi. Tutta la santità consiste nella pratica di questo principio.

 

Dio è infinitamente più grande del nostro cuore.

 

La Provvidenza di Dio conosce la misura della reputazione che mi è necessaria per fare bene il servizio nel quale mi vuole impiegare, e non voglio ne più ne meno di quanto le piacerà di donarmi.

 

 

Dagli scritti della beata Elisabetta della Trinità

 

L’Eucaristia è la pienezza dell’amore divino. Qui Gesù non ci dà solo i suoi meriti, i suoi dolori, ma ci dona se stesso.

Solo un Dio poteva concepire una cosa simile, una così intima unione. Dopo la Comunione Gesù e l’anima formano un unico cuore, si fondono insieme come due pezzi di cera. In questo sacramento Dio soffre tutto. Nella sua agonia, nell’orto degli ulivi, il sudore di sangue che sfinisce Gesù è causato dall’ingratitudine degli uomini verso il suo adorabile Sacramento, invenzione del suo amore. Certo non sono la croce e la morte che spaventano il Cuore di Gesù, ma questa ingratitudine del mondo...

Tre cose sono ammirabili nell’istituzione dell’Eucaristia: il dono che Gesù ci fa, il momento in cui Gesù ci fa questo dono, mentre un popolo infuriato trama la sua morte, e il motivo per il quale egli ci fa questo dono: per guadagnare i nostri cuori, per mostrarci il suo amore, per conquistare il nostro!...

Gesù buono, io ti renderò amore per amore, sacrificio per sacrificio. Tu ti sei immolato per me, a mia volta io mi offro a te come vittima, ti ho consacrato la mia vita, voglio consolarti e per questo, con la tua grazia senza la quale non posso nulla, io sono pronta a tutto.

O mio Gesù, io ti amo tanto e vorrei ricambiarti un po’ di bene…