Adorazione Gennaio 2022

Autore: Rettoria di San Grato
Visite: 563

Malanghero, gennaio 2022: mese “Albertino”

alcune frasi del beato Federico Albert per la nostra preghiera di adorazione

 

Attenzione, perché lodare è più difficile che biasimare!

 

Quando amiamo una persona, trattiamo bene pure i suoi figli i suoi amici e persino il suo cane. In queste dimostrazioni di benevolenza noi non guardiamo certo ai meriti dei figli, degli amici e tanto meno quelli del cane che non può averne, ma badiamo a far capire alla persona amata che l’amiamo. Così deve essere per l’amore al prossimo: dobbiamo dimostrare benevolenza agli uomini che sono figli di Dio, sue creature, per amore di Dio, per dirgli che lo amiamo.

 

Un’amicizia che non sia sostenuta da affettuosa relazione tra i due amici, che mai si dicono una parola, quella amicizia si raffredderà e si perderà. Così è nell’amicizia con Dio, se non stiamo con lui nella preghiera, non ci si deve poi stupire se siamo lontani da lui.

 

Si impara molto di più dalle sconfitte che dalle vittorie!

 

Non ti preoccupare, non aver paura, se uno fa qualcosa stai tranquillo che c’è sempre chi è contento e chi si lamenta! Lo sai quando non sbagli mai? Quando non fai nulla! Ecco, allora, certo, in quel caso nessuno ti dirà mai niente.

 

Quando si prega non è mai tempo perso, coraggio...!

 

Dobbiamo guardare al futuro ed al progresso con fiducia e soprattutto non farci mai sfuggire tutti i miglioramenti possibili!

 

Impariamo l’umiltà dai santi i quali tanto maggiormente si dimostrano umili quanto più eminenti sono in meriti, come un albero che tanto più abbassa i suoi rami quanto più è carico di frutti.

 

Un amico ci è sempre in mente, una cosa preziosa ci è sempre in mente, i nostri interessi ci sono sempre in mente. Ci sia pure sempre in mente Gesù, l’amico più caro, quanto di più prezioso possiamo possedere, il centro ed il supremo dei nostri interessi.

 

Non crediate che per arrivare alla santità sia necessario far cose grandi e strepitose, avere il dono di fare miracoli o di predire l’avvenire. La santità consiste nel ricopiare le virtù che risplendono nel modello Gesù e tutte sono compendiate nella mansuetudine e nell’umiltà secondo quanto egli stesso disse: Imparate da me che sono mite ed umile di cuore.

 

Se la gelosia, l’avversione o peggio l’antipatia e l’odio ti bruciano il cuore, fai come colui al quale ha preso fuoco la casa: grida e porta acqua. Cioè prega e compi opere di carità verso l’oggetto antipatico ed odiato.

 

In certe occasioni d’urgenza l’elemosina è senz’altro una buona cosa, ma spesso può portare alla pigrizia. Procurate lavoro ai poveri: questa è l’elemosina migliore, il modo miglior e di dar da mangiare agli affamati.

 

 

Sopportiamo i difetti ed i limiti delle persone con le quali abbiamo a che fare pensando che i difetti degli altri non giustificano mai i nostri modi impazienti ed i nostri pettegolezzi.

 

Le candele un po’ agitate si consumano più presto, è vero, ma danno più luce...

 

Esercizio continuo della pazienza, mansuetudine ed umiltà, ad imitazione di Cristo, questa è la scuola della santità.

 

Da piccoli viviamo imitando, nell’età adulta abbiamo bisogno di incoraggiamento, nella vecchiaia siamo guardati come modello.

 

Vivete sempre consapevoli di essere alla presenza paterna di Dio.

 

Nelle difficoltà e nei mali invochiamo Dio! Essi non sono il castigo di Dio e lui non se ne compiace. Egli invece è sempre pronto a sollevarci e ad aiutarci.

 

La Provvidenza di Dio non ha mai fatto fallimento.

 

Che contrasto tra i martiri che hanno dato la vita per Cristo e noi che vacilliamo e cadiamo se riceviamo uno sguardo cattivo o una parola fuori posto!

 

Diciamo ogni giorno: desidero essere migliore di ieri; Gesù, ti amo, ma non ancora abbastanza. Madre mia Maria, aiutami ad amare Gesù.

 

Il Signore ci viene incontro, ci tende le braccia. Togliamo da noi stessi gli ostacoli che possono impedire il passo della sua amicizia.

 

Alla sera chiediti: oggi ti sei ricordato della presenza del Signore? Hai fatto qualcosa per lui?

 

L’uomo, creato per essere felice, sente in se stesso desiderio di pace e di stabilità e tutto ciò che fa lo deve fare per arrivare alla felicità.

 

Se siamo cristiani o no lo dicono le nostre parole, le nostre azioni, il nostro modo di vivere, la nostra condotta. Che tutto questo non sia in contraddizione con ciò che diciamo di essere...

Dobbiamo trasformarci in copie viventi di Gesù.

 

Il Signore non si accontenta del fatto che in noi ci sia amore per lui, ma desidera che il nostro cuore nutra affetto pure per i fratelli.

Il Signore non è geloso del nostro affetto per loro, anzi ritiene dimostrazione del nostro amore per lui l’amore per il prossimo.

 

Per la vostra anima non vi dico di chiudervi in convento o di fare digiuni e penitenze, ma di fare semplicemente ciò che fate per il corpo: amate il corpo, amate pure l’anima; lo curate, curate pure l’anima; per il corpo vi affaticate, fatelo pure per l’anima; lo nutrite, non lasciate digiuna l’anima!