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X Comunicato

 

X  COMUNICATO

 

Carissime sorelle e carissimi fratelli, buon tempo pasquale e buon tutto a tutti!

 

         La novità, come sapete, è che da lunedì 18 maggio riprenderemo a celebrare la messa con il popolo. Riprende quindi la pubblicazione del nostro "Emmaus" ed il "Comunicato" se ne va in soffitta (speriamo definitivamente...!). Se dovesse tornare il contagio con la conseguente chiusura, torneremo al Comunicato sul sito che si è rivelato preziosissimo strumento di collegamento.

         Sull'Emmaus, che segue, sono indicate le modalità della ripresa della celebrazione della messa.

 

         Quanto in queste settimane alcuni cristiani hanno invocato, a volte pure con una inopportuna aggressività ed arroganza, la ripresa di 'sta benedetta messa...

         Vorrei però richiamare all'attenzione sul fatto che per il credente il rito non è tutto, Gesù infatti ci ha pure lasciato il segno della carità...!

 

         Non condivido, ma passi, il tuonare per l'assenza del rito (la privazione della libertà di culto mi pare una esagerazione che non corrisponde al vero), ma purtroppo non ho sentito tuonare allo stesso modo i cristiani per le condizioni penose in cui è stata lasciata la sanità pubblica dopo i tanti tagli dei vari governi. Questo in certi momenti ha portato a non poter curare un terzo delle persone che ne avevano bisogno...!

 

         E poi non contiamoci cucche: la scuola a distanza non funziona proprio per niente e questo anche qui a causa dei vari saccheggi economici che si sono susseguiti nei decenni che hanno reso la scuola sempre più povera, ma anche qui tutto tace. Ricordo che il diritto all'istruzione è sancito dalla Costituzione...

 

         Delle carceri, situazione spesso sfuggita completamente di mano, dove per altro c'è Gesù in persona ("Ero in carcere e..."), chi ne parla? Passato il momento di rivolta (con dei morti), chi se ne ricorda e preoccupa ancora?

 

         "Gli anziani sono le nostre preziose radici... bla bla bla", ma intanto li abbiamo chiusi nelle RSA, che sono settecento solo in Piemonte, possibile che fossero tutte persone sole o che non fosse possibile seguirle a casa? E' risultato che un quarto delle RSA non erano in grado di accudire in modo decente e dignitoso gli anziani, ma non si sapeva già prima? Non si facevano controlli? Ma adesso serve lo scandalo da mettere in prima pagina... Non sono d'accordo con chi sostiene l'eutanasia, ma neppure condivido quell'accanimento terapeutico che spesso subiscono gli anziani. Certo è un vero e proprio affare gestire certe case per anziani, ma solamente il denaro muove e motiva il nostro agire?

 

         Ma di queste cose quando i cristiani tuoneranno? Quando si potrà parlare di questi argomenti senza scadere subito in ideologia in vista del "voto cattolico"?

 

         Mi aspettavo poi un dialogo tra cattolici, fratelli protestanti, ortodossi, ebrei e musulmani (che tra l'altro sono in Ramadan) per una richiesta comune circa la ripresa dei culti, ma noi cattolici siamo ancora troppo e purtroppo convinti di essere gli unici credenti in Dio, quasi ne avessimo l'esclusivo monopolio!

 

         Il nostro stato italiano spende circa 68.000.000 (dico sessantotto milioni) di euro  AL  GIORNO  per la difesa, per gli armamenti, solamente un casco da pilota di aereo da guerra, per fare un piccolo esempio, costa 400.000 (dico quattrocentomila) euro.

         "Quanti posti letto in ospedale potremmo realizzare con un solo giorno di spese militari?" si chiedeva già tanti anni fa monsignor Tonino Bello.

         "Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci" dice la Bibbia.

 

         Invece di chiederci offerte toccandoci il cuore per la ricerca e per chi lotta per la nostra salute, perché non si rivedono le spese militari di una nazione che, come recita la Costituzione, "ripudia la guerra"?

 

         Solamente il nostro grande papa Francesco parla di queste cose, ma viene censurato dai giornali e dai telegiornali perché è un messaggio scomodo.

 

         Ma io nel mio piccolo cosa posso fare? Nulla, certo. Ma ho l'arma del potermi informare, del potermi documentare, del poter (per ora) andare al voto. Mi vien voglia di andare a votare quel partito, quando ci sarà, che nel suo programma prevede tagli sulle spese militari.

 

         E ma don Dario così tu fai politica!

         Certo! E devo fare politica se è vero che essa è la prima carità, come diceva papa Paolo VI!

         "La carità di Cristo ci spinge" a vivere a nostra volta la carità verso i fratelli, verso la società, verso la cosa comune!

 

         Abbiamo pregato per le vocazioni per decenni perché il Signore mandasse preti e suore, ma ci siamo scordati di pregare perché mandasse persone con la vocazione all'impegno alla vita politica, all'attenzione alla vita pubblica. Abbiamo seminato il vuoto ed ora raccogliamo il nulla.

 

         Abbiamo speso soldi, energie e tempo per costruire oratori per far giocare i ragazzi (che, se son normali, giocano da soli) e non ci siamo preoccupati di farne degli uomini responsabili l'uno dell'altro, del tutto, della società.

 

         Ma niente paura, dopo tante discussioni con molta probabilità riprenderà il campionato di calcio e un po' di miliardari in mutande che corrono dietro ad un pallone risolveranno tutti i nostri problemi...! Siamo un paese da terzo mondo, con tutto il rispetto per il terzo mondo!

         D'altro canto, già gli antichi romani dicevano che con un po' di pane ed un po' di divertimento si tiene a bada il popolino e gli si fa credere di essere felice e libero!

 

         Scusate questo mio scritto con tanti punti esclamativi, non sono arrabbiato con voi, ma certe cose mi fanno proprio arrabbiare e più ancora mi fa arrabbiare l'indifferenza.

 

         Prima di lasciarvi è d'obbligo un pensiero positivo. In questi tempi non abbiamo avuto la possibilità di celebrare la messa con il popolo. Santa Teresa Benedetta della Croce (la professoressa Edith Stein), la donna dei grandi orizzonti, scrive in una lettera: "Vivere in maniera eucaristica significa uscire da se stessi, dalla ristrettezza della propria vita e crescere nella vastità della vita di Cristo". Più discorso politico di così...! Tornando a celebrare normalmente ci auguriamo di tutto cuore di vivere così la cena del Signore.

 

         Questi giorni "sono solamente segno del fatto che non si può essere divisi da una separazione spaziale quando si è uniti a Dio" scrive ancora la Stein.

         Mi pare un buon pensiero comunitario con cui concludere.

         In allegato trovate ancora un disegno di una bimba del catechismo. A presto, con prudenza.

 

don Dario Bernardo M.

oblato benedettino

 

 

La parola saggia

Prima che il "Comunicato" cessi di esistere (spero...) desidero dare la parola alla "nostra" suor Bénédicte Marie che anche in questo tempo ha qualcosa da dirci per riflettere... sono interventi di anni passati, ma ancora validi.

 

         Sembra che sia importante ritirarsi nella solitudine, nell’aridità e monotonia del paesaggio, nella mancanza delle cose, anche elementari come l’acqua, il cibo. Comincia allora una lotta di tutto il nostro essere per far fronte a questo vuoto che ci aggredisce nel nostro corpo, nella nostra mente, nella nostra immaginazione.

         Cosa succede? Vengono fuori, perché fin qua erano forse ben nascoste, cose che abbiamo difficoltà a riconoscere nostre: dei film interiori, dei desideri di tutti i colori, dei sentimenti che ci spaventano, delle idee strane... le chiamiamo i nostri demoni e crediamo che siano forze esteriori che ci vogliono far cambiare strada e distruggere il meglio di noi. Non è da stupirsi se un ritiro (una sorta di piccolo deserto), un momento di solitudine, possa far sorgere problemi, metterci in crisi...

         Anche Gesù affronterà questa battaglia, sono le sue tentazioni, ma la liturgia ce le fa leggere all’inizio della quaresima ed è il loro posto. Le ritroviamo nella vita dei santi e... nella nostra vita... (intervento del 3 dicembre 1995).

 

         Ogni volta che succede qualcosa di nuovo nella vita, di incomprensibile, è la chiamata ad un passo avanti: è come una porta da aprire, da passare per andare oltre, per crescere nell’amore, nella fiducia, nell’abbandono.

         Anche Gesù doveva “crescere in sapienza, età e grazia davanti a Dio ed agli uomini” (Lc 2, 52). Se ci fermiamo, non c’è vita. E’ la legge per tutti, Gesù e Maria compresi.

         I passaggi da fare sono spesso dolorosi e Dio non li risparmia né al suo Figlio né alla Madre del suo Figlio. Passaggio cioè Pasqua, è la morte per la vita, non soltanto alla fine della vita, ma quotidianamente, tante piccole, o meno piccole, morti per risorgere a nuova vita.

 

         Come la pioggia e la neve, anche di notte, nel momento di confidenza, di abbandono, riposare nel profondo silenzio dell’amore; riposo che ci prepara ad accogliere la Parola, a coltivarla, a farla fruttificare (cfr Is 55, 3; 10-11).

         Dio ci dona il silenzio, anche la solitudine per poter ricevere la Parola. Così per Maria. Necessità di educarci al silenzio interiore che permette l’attenzione alla Parola che ci viene incontro (intervento del 16 marzo 1997).

 

 

Insieme, in cordata

alcuni dei messaggi comunitari arrivati in questo tempo, parole che ci fanno del bene.

 

         Signore, fa' che sappia far tesoro di questo tempo e lo sappia far fruttare per essere una persona più umana. Grazie, Signore, di questo dono.

 

         "Rimaniamo in Dio", anche in questi giorni un po' difficili e pesanti...

 

         Sant'Agostino dice: "Cerchi Dio? Cerca dentro di te e lo troverai". Grazie, Signore, di questi giorni in cui ho potuto ritrovare me stesso, te ed in qualche modo gli altri.

 

         Questi giorni mi han fatto venir voglia di rileggere Etty Hillesum...

 

         Leggo il Comunicato, che bello sentire che Maria ci accompagna! Commovente pure la testimonianza di monsignor Derio.

 

         Mi convinco sempre più che non sono le tante preghiere che mi salvano, ma la fiducia che ripongo in Gesù.

 

         Siete tutti presenti nella mia preghiera.

 

         Il Comunicato è sempre più ricco e sostanzioso.

 

         Questi giorni mi insegnano che devo solamente lasciarmi amare... solo questo mi può trasformare veramente.

 

         In questo tempo sto facendo una bella esperienza di vicinanza con Gesù.

 

         Siamo senza eucarestia. Questa mancanza mi è salutare perché sto apprezzando quanto sia importante questo incontro fisico con il Salvatore. Non sono solo e Lui è dentro di me, ma mi sta dando la possibilità di mettere a fuoco cose date per scontate o accantonate. Ringrazio Dio...

 

 

Il dono delle relazioni

di Maria Sottil

 

         Dopo questo periodo di reclusione, di separazione vorrei dire agli amici, in primis al Signore: in questo tempo ho pensato molto a te ed a me, alla nostra relazione ed ho capito che sei importante per me; mi spiace se, non sempre o meglio molto raramente, sono riuscita a dimostrartelo con le opere.

         Ricordo un giorno, molto tempo fa, ho rincontrato un amico che non vedevo da almeno vent'anni, è stato ad Asti durante una marcia per la pace quindi in un contesto dove c’erano migliaia di persone… mi avvicino a lui e questi con un sorriso mi dice: ciao Maria, tu sei parte della mia storia. Non ci siamo abbracciati né fatti tanti complimenti né raccontati…, ma questa frase è stata per me una rivelazione.

         Ogni persona che ho incontrato, incontro ed incontrerò sarà inevitabilmente parte della mia storia, lascerà un segno, avrà contribuito alla mia crescita. Tutte! E per questo dico: grazie Signore per le persone che continuerai a mettere sul cammino.

         Grazie per avermi dato questo tempo in cui ho potuto con maggior calma e lucidità rivedere il bello della vita, che mi hai donato, nella sua essenzialità, tra le pieghe del limite e della precarietà.

         Rendiamo sempre grazie a Dio, il suo amore è per sempre.

 

 

Ascoltarmi... stare nella mia vita!

di Silvana di Milano

 

         Se è impegnativo ascoltare l'altro, ritengo lo sia ancora di più ascoltare me stessa.

         Stare nella mia vita, guardare in faccia la mia realtà, non nascondermi a me stessa: è un esercizio indispensabile perché cresca come persona sempre più libera e contenta.

         Non posso fare a meno di stare un po', di tanto in tanto, a dialogare con ciò che ho dentro e chiedermi: cosa sto cercando, chi sto cercando? Cosa nutre la mia vita? Saziare i bisogni o alimentare il desiderio?

         Se mi sento nel dolore, è importante che lo ascolti, che accetti i limiti della mia dimensione creaturale per attraversarli. E che non abbia paura di avere paura!

         Ascoltarmi: sentire il mio respiro ed i battiti del cuore, stare con i miei pensieri, le mie domande, i miei sogni; non avere fretta di trovare soluzioni.

         Sentirmi a casa dentro di me, godere dell'intimità con Gesù, lasciare che Egli viva in me da risorto e da protagonista.

         L'ascolto dell'altro sarà tanto più vero quanto più imparo chi sono io e per chi sono io.

         Sto sperimentando quanto sia arricchente il saper "ascoltare la bellezza dell'altro".

         Se Dio ha visto e vede che ogni sua creatura è buona e bella, a me non resta che accostarmi a chi cammina con me con sguardo chiaro e con cuore semplice. E mi sarà dato di intravedere nelle sue parole e nei suoi gesti il valore della sua unicità e grandezza.

         E gusterò la luce presente in lui; darò spazio all'affettività; condividerò tratti di strada; riconoscerò che è l'amato del Signore; lascerò che resti se stesso.

         E lo porterò nella preghiera a Maria, la mamma che ascolta e chiede di ascoltare: "Madre della Bellezza, donaci di unire le nostre voci, di costruire la fraternitá, di lasciare che la grazia di ciascuno porti frutto e che la Bellezza ci salvi".

 

 

Fiducia e relazioni

di Maria Sottil

 

         Ieri ho potuto guardare il video registrato dal vescovo di Pinerolo, monsignor Derio ed ascoltare la sua testimonianza: “Di fronte alla morte tutto evaporava tranne la fiducia e le relazioni, fiducia in Dio e le relazioni costruite”…

         Sì, in questo tempo di “isolamento” mi accade proprio questo: nulla ha più importanza della certezza dell’amore del Signore, della fiducia che Lui non è assente nella mia vita perché Lui è la Vita e delle relazioni costruite nel tempo che oggi emergono e si fanno sempre più vive, intense e presenti tanto da permettermi di vivere questi giorni nella gioia della consapevolezza di essere amata.

         “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi se hai Dio niente ti manca, nulla ti tubi, nulla ti spaventi, solo Dio basta!” (santa Teresa d'Aviva; ndr).

         Allora di fronte alla tentazione indotta da alcune (false) testimonianze, “di voler (dover) dimostrare di essere figli di Dio, di essere cristiani, a Dio, agli altri ed a noi stessi” io mi dico che non devo dimostrare nulla: "Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo.

         Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo.

         Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta.

         Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano.

         Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta ed io non la comprendo.

         Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza?

         Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno.

         Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio".

 

 

Pandemia, occasione per ripensare

Alcuni brani di un articolo di don Vittorio Bellavite, proposto da suor Maria Silvia.

 

         La pandemia deve essere l’occasione per ripensare le forme della vita cristiana.

         L’impatto della pandemia nella vita della Chiesa può essere vista anche e soprattutto da un punto differente di chi soffre solamente per l’impossibilità delle Messe e delle altre forme del culto. Mi sembra che la situazione stia facilitando in modo diffuso la ricerca di forme diverse di vivere la propria fede. L’uso delle trasmissioni via computer ne sono solo un aspetto (del tutto insufficiente). Fuori dal circuito delle forme abituali e ripetitive dei riti religiosi, domande e risposte (seppur parziali ed in divenire) sulla vita cristiana mi sembra si stiano ponendo non solo a chi vive fortemente la propria spiritualità, ma anche a tante donne e uomini in ricerca che si stanno ponendo interrogativi di senso. Ciò, in particolare, di fronte alla sofferenza ed alla morte che la situazione ci butta in faccia in queste settimane. La presenza di tanti cristiani e del clero nell’aiutare i sofferenti ed in iniziative di aiuto sociale, la stessa presenza solitaria di papa Francesco in piazza San Pietro il 27 marzo e la via crucis del venerdì santo sono stati momenti intensi di solidarietà e di apertura alla speranza cristiana ed umana. Per i credenti quello di oggi è un momento di sofferenza, ma anche di tanta apertura alle radici del nostro Evangelo.

         (...) La Chiesa tutta è chiamata a usare di questa contingenza straordinaria per pensare a forme della vita cristiana meno dipendenti dalla rigidità delle norme canoniche e più attente ad ogni manifestazione dello Spirito che, alla base della vita di fede, circola dove vuole e come vuole ed è una sorgente che va aldilà della tradizionale vita sacramentale.

 

 

L'esperienza di Nicodemo

di Silvana di Milano

 

         "In verità, in verità, io ti dico, se uno non nasce dall'alto... da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio". "Come può nascere un uomo quando è vecchio?" (Cfr Gv 3, 3-5).

         Il dialogo notturno tra Gesù e Nicodemo può orientare la nostra ricerca, in questi giorni in cui proviamo a pensare alla ripresa ed al futuro per noi, per la comunità civile ed ecclesiale dopo la dura prova della epidemia.

         La domanda di Nicodemo, come ogni domanda del cuore umano, è sempre più importante delle possibili risposte.

         Portare in noi le domande che ci facciamo, che altri o che l'Altro ci fanno è condizione ed invito a cercare.

         Questo è tanto più decisivo in questo periodo di crisi e disorientamento un po' per tutti.

         Non so se è azzardato esprimere la domanda di Nicodemo in questi termini: "perché la morte?".

         E' la questione più grande che, dentro di noi, "orienta" il nostro personale cammino di umanizzazione e la qualità della nostra vita, anche se non ne abbiamo sempre piena consapevolezza.

         Nicodemo riconosce in Gesù un Rabbì venuto da Dio, uno al quale si può aprire il cuore. Gesù accoglie con amore la domanda ed il cammino che Nicodemo già sta percorrendo e gliene indica la direzione: "Devi rinascere dall'alto".

         Sì, la vera nascita è quella che comincia in noi quando lasciamo che l'altro e l'Altro entrino in relazione con noi, con il nostro vissuto e le nostre attese e ci trasformino, camminando con noi verso quella originaria bellezza per la quale siamo fatti.

         Rinasciamo quando accettiamo responsabilmente di vincere l'autosufficienza, il narcisismo e l'autoreferenzialità.

         Solo nella sana relazione con noi stessi, con lo Spirito e con gli altri possiamo crescere, maturare e dare vita al bello, al buono, al vero. Camminando in cordata.

         Portiamo in noi quel fascio di luce che viene dal cero pasquale e che ci ha raggiunti nel Battesimo.

         Vogliamo affidarci a questo dono gratuito, a questa luce di vita per intravedere i passi di rinascita che possiamo compiere assieme a tutti gli uomini di buona volontà e mettendo in atto la capacità di prenderci cura gli uni degli altri. Sotto la guida dello Spirito che dà vita e respiro ad ogni realtà.

 

 

Il Comunicato non può morire senza affidarvi ancora una canzone

 

         Il genere rap può piacere oppure no, ma il testo mi pare contenga vari spunti di riflessione sulla vita, pure sulla vita di questi tempi...

         "La musica è una necessità, come l'aria che respiriamo, come l'acqua..." diceva Ezio Bossi.

 

         Il cantautore Mr Rain, "artista fuori dal coro", così ha presentato il suo ultimo pezzo: “Ognuno di noi ha dei momenti bui, momenti che sembrano non finire più, giorni in cui sei paralizzato mentre ti senti cadere il mondo addosso. Questa canzone parla di una rinascita dopo questi momenti, non può piovere per sempre, alla fine arriverà il giorno in cui le cose andranno meglio e sarà il giorno in cui riuscirai a lasciarti alle spalle il passato".

 

 

"Fiori di Chernobyl"

di Mr Rain

 

La libertà spaventa più di una prigione

E tutti cercano qualcuno per cui liberarsi

L’odio uccide, forse è vero come dicono

Ma so che è da un veleno che nasce un antidoto

Vieni con me, la strada giusta la troviamo

Solo quando ci perdiamo e restiamo da soli

Perché è dagli incubi che nascono i sogni migliori

Anche a Chernobyl ora crescono i fiori

 

Portami in alto come gli aeroplani

Saltiamo insieme, vieni con me

Anche se ci hanno spezzato le ali

Cammineremo sopra queste nuvole

Passeranno questi temporali

Anche se sarà difficile

Sarà un giorno migliore domani

 

Odio queste cicatrici perché mi fanno sentire diverso

Posso nasconderle da tutti, ma non da me stesso

E' un'armatura cresciuta col tempo

Ogni ferita è un passaggio che porta al lato migliore di noi

Perché attraverso loro puoi guardarmi dentro

Sentire cosa provo, capire cosa sento

Non conta la destinazione, ma il tragitto

Il peggiore dei finali non cancella mai un inizio

Fa più rumore il tuo silenzio che le urla della gente

Un albero che cade, che una foresta intera che cresce

Tengo i miei sogni nascosti dietro alle palpebre

Siamo fiori cresciuti dalle lacrime

Sei tutte quelle cose che non riesco mai a dire

Troverai un posto migliore un passo dopo la fine

Cammineremo a piedi nudi sopra queste spine

Diventando forti per smettere di soffrire

 

Portami in alto come gli aeroplani

Saltiamo insieme, vieni con me

Anche se ci hanno spezzato le ali

Cammineremo sopra queste nuvole

Passeranno questi temporali

Anche se sarà difficile

Sarà un giorno migliore domani

 

Se questa notte piove dietro le tue palpebre

Sarò al tuo fianco quando è l’ora di combattere

Portami con te

Ti porterò con me

Tu mi hai insegnato che se cado è per rinascere

Che un uomo è forte quando impara ad esser fragile

Portami con te

Ti porterò con me

 

Portami con te (Portami in alto come gli aeroplani)

Ti porterò con me (Saltiamo insieme, vieni con me)

Portami con te (Anche se ci hanno spezzato le ali)

Ti porterò con me (Cammineremo sopra queste nuvole)

Passeranno questi temporali

Anche se sarà difficile

Sarà un giorno migliore domani

Anche per te